Quando non è amore, non è romantico, non è OK. E’ Stalking.

I necrologi delle donne che sono morte e le testimonianze delle donne che sono sopravvissute, dicono una cosa sola NON E’ AMORE.

Stalking deriva dal verbo inglese  to stalk “fare la posta” .

Denota infatti un comportamento ossessivo che comprende:

  • l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti.
  • l’interferenza ripetuta nella vita privata di una persona, con comunicazioni intrusive (telefonate, lettere, sms, e-mail e perfino graffiti o murales)
  • pedinamenti
  • comportamenti di confronto diretto, quali visite sotto casa o sul posto di lavoro, minacce e molestie

Secondo lo studio del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri gli stalker potrebbero inquadrarsi in cinque tipologie

  1. il risentito, nutre rancore per traumi affettivi ricevuti da altri e a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale);
  2. il bisognoso d’affetto, vuole convertire un semplice   rapporto di conoscenza in una  relazione sentimentale ,  insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni si convincerà;
  3. il corteggiatore incompetente, che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente e invadente principalmente per “ignoranza” delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
  4. il respinto, rifiutato dalla vittima, vuole contemporaneamente vendicarsi dell’affronto subito e insieme riallacciare una relazione con la vittima stessa;
  5. il predatore, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal cacciare e possedere  le sue vittime dopo avergli ingenerato paura, è una tipologia spesso ricorrente anche nei voyeur e pedofili.

Come comportarsi in caso di Stalking:

  •  E’ importante affrontare il  problema  senza minimizzarlo e adottare precauzioni
  • se la richiesta è di riprendere una relazione indesiderata, è fondamentale dire di no in maniera chiara e precisa.
    La restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking.
  • Per difendersi dal rischio di aggressioni uscire senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati, adottare un cane addestrato alla difesa, molto utile sia come concreta difesa sia per aumentare la sensazione di sicurezza.
  • Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. La  frustrazione aumenterebbe la motivazione allo stalking. Meglio procurarsi una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerando la suoneria e rispondendo gradualmente sempre meno.
  •  Per produrre prove della molestia alla polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura ma raccogliere più dati possibili sui TUTTI i fastidi subiti, annotandoli su un apposita agenda; es. ora della telefonata, durata, contenuto, MAI cancellare msm.
  •  È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza.
  •  Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell’ordine.

A partire dalle ricerche di Jacquelyn Campbell, una delle maggiori esperte nazionali di omicidi in ambito domestico, é  stato elaborato un   modello di prevenzione.

Campbell scoprì che la metà delle vittime aveva cercato aiuto rivolgendosi alla polizia almeno una volta, e che nei casi di omicidio l’indicatore più frequente era la presenza di violenze fisiche precedenti.
Il rischio di omicidio cresceva quando la vittima cercava di abbandonare il partner o quando si verificava un cambiamento importante nella vita della coppia (una gravidanza o un nuovo lavoro).
Nei casi di separazione, il pericolo rimaneva alto nei primi 3 mesi, si abbassava leggermente nei successivi 9, e calava significativamente dopo un anno.

A partire da questi studi, molte strutture per la prevenzione della violenza domestica hanno  adottato il  questo questionario che identifica 20 fattori di rischio:

1. Le violenze fisiche sono aumentate – nel numero o nella gravità – nell’ultimo anno?
2. Lui possiede un’arma da fuoco?
3. Lo hai mai lasciato nell’ultimo anno vissuto insieme?
4. È disoccupato?
5. Ha mai usato un’arma contro di te o ti ha mai minacciata con un’arma letale? In questo caso, era un’arma da fuoco?
6. Ha minacciato di ucciderti?
7. Ha evitato in passato un arresto per violenza domestica?
8. Hai un figlio non suo?
9. Ti hai mai forzata a fare sesso con lui?
10. Ha mai tentato di strangolarti?
11. Fa uso di sostanze stupefacenti illegali (anfetamine, metanfetamine, speed, fenciclidina, cocaina, crack)?
12. È un alcolista o ha problemi con l’alcool?
13. Controlla la maggior parte delle tue attività quotidiane? Per esempio, ti dice chi può esserti amico e chi no, quando puoi vedere la tua famiglia, quanto denaro puoi spendere o quando puoi prendere la macchina?
14. È costantemente e violentemente geloso di te? Per esempio, ti dice cose come «se non posso averti io, non può averti nessuno»?
15. Sei mai stata picchiata da lui quando eri incinta?
16. Ha mai tentato di suicidarsi o minacciato di farlo?
17. Ha mai minacciato di fare del male ai tuoi figli?
18. Lo ritieni capace di ucciderti?
19. Ti segue o ti spia, ti lascia messaggi di minacce, distrugge le tue cose o ti chiama quando tu non vuoi che ti chiami?
20. Hai mai tentato di suicidarti o minacciato di farlo?

Come leggere il questionario:

da 20 a 18 risposte positive al questionario indicano una probabilità molto elevata che si verifichi un omicidio
da 17 a 14 un rischio grave
da 13 a 8 un rischio importante
e meno di 8 indicano un rischio variabile

Lo stalking, denominato anche sindrome del molestatore, è entrato a far parte del nostro ordinamento con la Legge 23 aprile 2009

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